Nel 2022 le imprese italiane potranno usufruire di un credito di imposta rafforzato per gli investimenti in beni immateriali 4.0.
Questo per effetto del decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022, art. 21) presentato ad aprile 2022, che ha l’obiettivo di favorire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese su tutto il territorio nazionale.
Ma vediamo nel dettaglio quali investimenti rientrano nel decreto e quali sono i termini del suo ottenimento.
Quali investimenti rientrano nel decreto?
Gli investimenti che rientrano nelle agevolazioni del decreto Aiuti sono i beni immateriali strumentali nuovi funzionali ai processi di trasformazione 4.0. Li definisce l’Allegato B della legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016), come integrato dall’art. 1, c. 32, legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017).
Rientrano quindi tra i beni agevolabili:
- software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni, sistemi di gestione della supply chain finalizzata al drop shipping nell’e-commerce;
- software e servizi digitali per la fruizione immersiva, interattiva e partecipativa, ricostruzioni 3D, realtà aumentata;
- software, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio.
Sono agevolabili anche le spese che si sono sostenute per i servizi che consentono l’utilizzo dei beni ammissibili mediante soluzioni di cloud computing.
Chi beneficia del credito d’imposta?
Beneficiano del credito d’imposta per gli investimenti in beni immateriali 4.0 tutte le imprese residenti nel territorio italiano a prescindere da:
- forma giuridica
- settore economico di appartenenza
- dimensione
- regime fiscale di determinazione del reddito.
Sono invece escluse:
- le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare, dal D.Lgs. n. 14/2019 (Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza) o da altre leggi speciali oppure che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni;
- le imprese destinatarie di sanzioni interdittive (art. 9, c. 2, D.Lgs 231/2001).
Per usufruire del credito d’imposta è inoltre obbligatorio il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e l’adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Nel caso si riscontrino inadempienze l’impresa perderà il diritto al credito.
Come richiederlo?
Il credito d’imposta verrà erogato per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. Quindi anche per quelli effettuati entro il 30 giugno 2023, a condizione che il venditore abbia accettato il relativo ordine e siano stati pagati acconti per almeno il 20% del costo totale di acquisizione entro il 31 dicembre 2022.
L’aliquota del credito di imposta è aumentata dal 20% al 50% fino a un massimo di 1 milione di euro. Il beneficio viene erogato in compensazione, più precisamente in 3 quote annuali di pari importo.
Le imprese che si avvalgono del credito d’imposta devono inviarne comunicazione al ministero dello Sviluppo Economico tramite PEC all’indirizzo benistrumentali4.0@pec.mise.gov.it entro il 30 novembre 2023.
Le imprese sono inoltre tenute a:
- conservare la documentazione che dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi agevolabili, pena la revoca del beneficio
- indicare nelle fatture e negli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni l’espresso riferimento alle disposizioni agevolative
- produrre o una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere o un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli nell’elenco di cui all’Allegato B alla legge di bilancio 2017.
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